Lavorando (anche) tra chef e cucina
In questi ultimi mesi da Maggio a Luglio, ho avuto l’opportunità, per lavoro, di viaggiare e conoscere, anche se per alcune di esse è stato un ritorno, diverse strutture sul territorio italiano. Ho conosciuto molte persone, credo l’aspetto più piacevole del mio lavoro, persone con le quali posso dire di aver scambiato delle belle esperienze. Ci siamo “donati” reciprocamente un pò di vita l’uno con l’altro, con alcuni siamo entrati in confidenza ad un livello più profondo, nonostante la recentissima conoscenza. Del resto così è anche la vita.
Il motivo di questo post, non è fare un mini trattato di filosofia spicciola, ma raccogliere in qualche immagine per me più significativa, il lato “culinario” dei miei lavori. A volte chef, ristoranti, cucina e piatti sono il “nucleo” del lavoro che vado a fare. In altre, come in questi mesi passati, la cucina e tutto quello che ci gira intorno erano “accessori” al lavoro principale, quello di mostrare le strutture al fine di invogliare chi guarderà le immagini, ad andare a soggiornare di persona.
Nel frattempo sto lavorando anche ad un progetto di cui non posso parlare molto per correttezza visto che è ancora in produzione, con uno chef e pizzaiolo di Torino, ma che in Canada è responsabile di moltissimi locali di cucina italiana, ma soprattutto di pizza napoletana. E l’idea di questo lavoro in Italia con me è mostrare, in questo libro celebrativo, l’origine dei prodotti “italiani” che utilizza nei suoi ristoranti. Devo dire, senza piaggeria alcuna, che raramente ho incontrato un così elevato standard di professionalità, onestà e conoscenza in una persona che è, di fatto, ambasciatore del cibo italiano all’estero. E senza tema di smentita perché ne sono testimone diretto, aggiungo che non solo è “vero” cibo italiano, ma della migliore qualità come anche da noi, in Italia, si trova ma solo dopo attente ricerche.