Istanbul, città dei due mondi
Sono rientrato da Istanbul da qualche mese, a cavallo tra il vecchio 2024 e il nuovo 2025. Posso dire di averla girata in lungo e in largo anche se, per una megalopoli di 16 milioni di abitanti, è pretenzioso dire di conoscerla bene. Avevo già dato una prima occhiata a Giugno scorso, avevo imparato a spostarmi senza problemi e avevo preso confidenza con la gente, ma c’erano ancora tante cose da fare e vedere che non ho fatto ancora. Tornerò ancora una volta tra Aprile e Maggio per completare l’esplorazione.
Istanbul è una città viva, moderna anche come mentalità, a dispetto di quello che si potrebbe pensare, essendo la Turchia un Paese musulmano. Ma qui la religione islamica resta abbastanza sullo sfondo, non condiziona la vita come succede in Paesi più radicali. Certo, il müezzin strilla sempre 5 volte al giorno per chiamare all’adhān, la preghiera e, con una infinità di moschee e ancor più minareti, le grida dei vari müezzin si sovrappongono e si intersecano in una cacofonia indistinguibile, almeno per l’orecchio occidentale. Certo, in alcune aree, come Fatih, si vedono solo donne interamente velate e uomini in abiti tradizionali, non turchi ma di etnie più legate alle proprie tradizioni. In fondo la Turchia è la “terra promessa” per tanti che abitano le nazioni vicine e che arrivano qui per cercare condizioni di vita migliori pur senza rinunciare alle proprie radici culturali che, almeno per quanto riguarda la religione, condividono con la Turchia.
Ma Istanbul non è solo questo. E’ una città che contrappone ad un quartiere radicale come Fatih, le luci e la mondanità di Kadıköy dove ragazze in minigonna tirano l’alba insieme agli amici mentre sorseggiano un tè o un caffè.
Istanbul è anche una città monumentale, moschee, chiese, cisterne spettacolari, vedute mozzafiato. Non a caso anche Istanbul, come Roma, è costruita su sette colli che significano salite e discese ripidissime che si alternano senza un attimo di respiro. La seconda metro più vecchia del mondo, il Tünel, costruita nel 1875 è realtà una funicolare sotterranea che collega Karaköy, in basso e la zona di Galata, in alto. Anche Balat e Fener, per citare due quartieri, sono una esplorazione da non perdere se in buona forma fisica.
E poi ci sono le classiche visite, la Cisterna, in primis, poi Santa Sofia, bellissima e la Moschea Blu anche se, a mio parere, ce ne sono di più belle seppur meno famose.
Due note a margine che mi sento di fare. Per chi ama i gatti, Istanbul è un paradiso. Una legge dello Stato, nel 2021, ha cancellato negozi dove comprare animali da compagnia. I mici sono ovunque, sono molto amichevoli e sono curatissimi. I gatti a Istanbul non sono considerati randagi ma liberi residenti della città al pari di qualunque altro residente e come tali vengono trattati. In minor misura vale lo stesso per i cani.
La seconda nota, questa volta “dolente”, è che bisogna tenere ben presente che il detto “fumare come un turco” non è stato inventato per caso, ma ha solide basi. I turchi fumano come se non ci fosse un domani, sempre, dovunque e comunque, uomini e donne, velate e non. Tenetelo presente quando verrete a Istanbul. Le foto che seguono raccontano un po’ del mio tempo passato a Istanbul.